Maurizio
Massasso.it

Appunti di viaggio…parte 6

Appunti di viaggio…parte 6

D.C.! The Nation's Capital. 

Giornata full time a Washington. 

Per una volta la partenza non è stata traumatica.
Alle nove arriva la guida per portarci in giro. Si, perché per poter fare la guida in DC bisogna essere autorizzati e James non lo è.
Conosciamo quindi la nostra guida, una simpatica signora, non proprio giovane ma molto attiva, che ci porterà nei vari punti previsti dal nostro tour.

Prima tappa: Arlington Cemetery. Visto innumerevoli volte in innumerevoli film, ma dal vero è un'altra cosa.
Una distesa sconfinata di lapidi bianche, nomi di soldati e loro familiari deceduti nelle varie guerre. Si, familiari perché se un militare ottiene il diritto di essere seppellito ad Arlington (e ci sono condizioni ben precise per ottenerlo), lo ottengono anche la moglie ed i figli. Qualcuno quindi ha la propria famiglia attorno.
In giro si trovano anche varie targhe commemorative per ricordare chi è sepolto in quella zona
Visita di rito alla tomba della famiglia Kennedy, John, Jacqueline e tutto il clan. I presidenti e relative famiglie hanno il diritto di stare qui. Attenzione, diritto, non dovere. Infatti molti sono altrove.
Ma i Kennedy sono tutti qui. Tranne John John, morto nel famoso incidente aereo a Martha's Wineyard e le cui ceneri sono state disperse in mare.
Mentre rientravamo al pullman mi viene in mente una cosa che devo immediatamente fare.
Chiedo alla guida dove sono i terminali per trovare l'ubicazione di una tomba e 10 minuti di tempo. Sono tutti impegnati con la coda in bagno quindi posso farcela.
Per trovare qualcuno ci sono terminali touch in cui scrivere alcuni dati di chi si sta cercando ed il sistema, se lo trova, fornisce il luogo di sepoltura. Si trovano al visitors center. Digito il nome che cerco e lo trovo.
Il Maggiore Troy "Trojan" Lee Gilbert, USAF, deceduto in Iraq il 27 Novembre 2006. La storia è semplice. Siamo andati in visita base ad Aviano, molti anni fa ed avevamo avuto a che fare con un giovane Capitano, Troy appunto. Ci aveva colpito il suo callsign, Trojan. Era stata una bella visita tra noi appassionati e lui che ci aveva anche messo alla prova chiedendoci la sequenza di avviamento del Viper (ovviamente centrata! tiriamocela!)
Speravamo di rivederlo prima o poi. Purtroppo l'Iraq non ce lo ha permesso.
Durante una missione di supporto aereo ravvicinato (CAS, Close Air Support), per difendere una squadra di Marines da un attacco, il suo F-16 ha impattato il terreno a causa, pare, di una richiamata troppo in ritardo. Probabile che abbia voluto verificare con precisione a chi stava sparando e abbia effettivamente rialzato il muso troppo tardi per evitare l'impatto. Non sono riuscito ad andarlo a salutare, troppo poco tempo e troppa strada da fare, cosa di cui sono molto dispiaciuto. Ma l'ho aggiunto alla lista di motivi per cui tornare.

Terminato Arlington, di nuovo in Bus per il monumento a Lincoln.
Devo ammetterlo, sarà per lo spazio che hanno a disposizione, ma quando si tratta di fare le cose in grande, 'sti americani ci sanno fare.
Il Mall, la passeggiata, ovvero la linea di giardini e laghi che unisce il Lincoln Memorial, il Washington Memorial ed il Campidoglio, è lunga 2 miglia, circa 3,2 km. In centro i laghi "ad uso esclusivo delle papere" ci dice la guida.
E non potrebbe essere diversamente, visto il colore dell'acqua. Ricordate Forrest Gump che ci correva in mezzo durante il discorso? Beh, non so allora, ma oggi io non entrerei in acqua! Rischio malattie letali secondo me! Ai lati giardini, vialetti inghiaiati e, nascosti nella vegetazione, ancora altri monumenti.
In ogni caso, dal Lincoln memorial si può godere di una vista sul Mall che tutti abbiamo visto in tv o in foto almeno una volta.
Il Lincoln Memorial è imponente. La statua del Presidente, per quanto non esageratamente grande, è sistemata dentro l'edificio in marmo bianco alto qualche decina di metri (ma sempre meno del Campidoglio, ricordate?) e l'impressione è decisamente di imponenza.
La guida ci fa notare la mano sinistra chiusa a pugno a significare la fermezza nell'abolire la schiavitù e la mano destra rilassata ed aperta a significare la benevolenza verso il popolo americano.
Lincoln, ci viene detto, è uno dei presidenti più amati dalla popolazione, per le sue idee e per quello che ottenne. Venne assassinato al Ford Theatre, il giorno 14 Aprile 1865 da John Wilkes Booth, un anti-abolizionista, con un colpo di pistola alla nuca. Credo che qualcuno dei servizi segreti, addetti alla sicurezza del presidente, ancora abbia gli incubi di notte pensando ad una cosa simile!
Io, al solito, devo fare qualche giro per conto mio e vado sul retro del monumento a fotografare verso Arlington e la casa sulla collina, la Arlington House, in cui abitarono il Generale Robert E. Lee e George Washington.
Per un pò me ne son stato tranquillo, all'ombra e lontano dal casino di turisti della parte frontale del monumento. Dietro ci vanno in pochi … 

Appena fuori dal Lincoln, a sinistra guardando verso il Campidoglio, troviamo il monumento ai caduti del Vietnam, il Vietnam Veterans Memorial. Un lungo muro in marmo nero con incisi i 58.600 nomi dei caduti o dispersi e la statua con tre soldati in uniforme da combattimento. Ogni nome ha a fianco un simbolo che indica se sono caduti o dispersi. Molti, ci fa notare la guida, si vede che sono stati modificati, da dispersi a caduti.
Su questo monumento ci fu una diatriba al momento della costruzione. L'associazione dei veterani lo richiese al Congresso ed i fondi vennero negati.

Dicono perché il governo volesse dimenticare l'errore commesso in Vietnam. Bah. Politici. Tutti uguali.
Per la serie "le foto più strambe", ho fotografato il primo e l'ultimo nome del monumento, pensando erroneamente che fossero il primo e l'ultimo caduto. Invece ho scoperto una cosa tristemente curiosa … sono deceduti lo stesso giorno e nello stesso luogo. 

Dal Vietnam Veterans ci siamo diretti verso la Casa Bianca. Lato Nord, ovvero quello dei manifestanti.
Nel parco di fronte infatti, ci viene detto esserci sempre qualcuno che protesta per qualcosa, sperando di finire in tv per qualche minuto visto il luogo. Veniamo anche avvertiti di non dare troppa confidenza ai manifestanti, in quanto per alcuni di essi vale il detto americano "The light is on but there's nobody at home" (la luce è accesa ma non c'è nessuno in casa … ovvero non sono proprio del tutto a posto).
Arriviamo di nuovo davanti al cancello, sempre con un cane da guardia dell'USSS a pochi passi. Si, perchè la sicurezza del Presidente e della First Family è affidata in toto ai servizi segreti. E loro prendono le cose sul serio.
Personalmente non sono molto d'accordo sulle macchine con le scritte "United States Secret Service" così in bella vista come a dire "Ehi! sono qui, sparate prima a me!". Preferirei qualcosa di più discreto, ma poi pensandoci immagino che quello che sta in vista sia il solito specchietto per le allodole e che la vera sicurezza sia nascosta alla vista dei turisti. O almeno lo spero.
E spero che tra tutti i "turisti" che fanno foto, alcuni in realtà siano dei loro.

E, dopo la Casa Bianca, il Campidoglio. Altro giro in bus e siamo sulle rampe pedonali che attraversano il prato/parco antistante.
Anche qui, architettura imponente, anche se alcuni monumenti in Italia non hanno nulla da invidiarle, anzi! Quello che colpisce forse è il fatto che è tutto completamente bianco, sembra quasi un diorama appena fatto.
Nessun segno scuro, nessuna crepa, ruggine di ferri di armatura, niente. Tutto bianco. Sembra di essere davanti ad un modellino.
Unici punti scuri: i poliziotti sui tetti e le palme sulle balconate.

Ultima tappa che chiude il nostro tour guidato, il pranzo.
Sorpresa! Il Tour si conclude davanti allo Smithsonian Air and Space Museum.
Beh, dentro c'è un McDonald, mi è improvvisamente venuta fame di McBacon … potremmo andare a pranzo, fare un giro al museo e poi orientarci no? Complice Marco, il marito di Francesca, conosciuti durante il tour insieme ai loro due ragazzi Cesare ed Alice, riesco a spuntarla.

Ecco, diciamo che sono stato vicino allo svenimento.

Bell X-1 e North American X-15 appesi al soffitto, insieme al Ford Tri-Motor di American Airways, allo Spirit of Saint Louis di Lindbergh, la capsula Mercury Freedom 7 di Glenn e la Gemini 4 di McDivitt e Ed White, lo Skylab (visitabile) ed un modello scala 1:1 di Hubble, UAV PredatorX-45 e Pioneer, un Tomahawk e la sezione prodiera di un 747, la ricostruzione del ponte di una portaerei con parcheggiati un Wildcat ed un A-4 Skyhawk.
Insomma, c'è tutto quello che un malato di aviazione e spazio come il sottoscritto può volere.
Una collezione completa di razzi, dalle V1 ai Minuteman III nucleari, i motori con tanto di ugelli di scarico, originali, di un razzo Saturn V (quello delle missioni Apollo)
 ed il LEM insieme ai pannelli strumenti del modulo di comando. Presenti anche cose ancora più da fanatici, come il gilet usato dal mitico direttore Eugene "Gene" Krantz durante la missione Apollo 13.  Per chi non sa di cosa parlo, si guardi il film con Tom Hanks. È sufficientemente realistico.
Diciamo che il panino è stato il migliore che abbia mai mangiato al McD. E nemmeno mi ricordo quale ho preso! Se siete appassionati di aviazione e spazio e passate da queste parti, non potete mancare questo appuntamento. Per nessun motivo.

Trascinatomi via a forza dal museo aerospaziale, altra tappa dall'altra parte del Mall per il museo di storia naturale, sempre della fondazione Smithsonian e sempre gratuito.
Anche questo molto interessante, con molti reperti originali ed autentici, oltrechè spiegazioni ben fatte e dettagliate.
Vi si trova quasi ogni genere di animale, fossile od imbalsamato, da cose che assomigliano a topi ad un T-Rex. Inoltre in alcune parti sono ricreate le ambientazioni in cui vivevano gli animali e devo ammettere essere fatte molto bene. 
Tra tutti, devo ammettere la mia banalità, ha attirato la mia attenzione questo qui. Chi l'ha riconosciuto alzi la mano! Secondo me è il mitico Scrat de "L'era glaciale" … con tanto di ghianda in mano! 

Terminato il museo, ci siamo trovati davanti ad una decisione: tornare in hotel a darsi una sistemata, con il rischio di cedere alla stanchezza e non uscire più oppure prendere un taxi per Georgetown ed andare a vedere questo quartiere di "movida", come ci era stato descritto.
Avendo ottenuto la mia visita al museo, ho rimesso tutto in mano al resto del gruppo. E Georgetown sia.
Dieci minuti di taxi e ci troviamo in questo quartiere di case ad uno o due piani al massimo, molto elegante ed in stile "vintage".
Siamo nei pressi della famosa università, come si può facilmente capire.
La parte alta, all'incrocio tra la M e la Wisconsin è una via cittadina come potrebbero esserlo molte altre, molto bella con edifici a due-tre piani e, di primo acchito, meno caotica ancora della già relativamente tranquilla Washington. 
Abbiamo anche scovato un giardinetto pubblico molto molto carino, l'Old Stone House Park, per riposarci 10 minuti. Scendendo verso il fiume ed arrivando ai docks però, le cose cambiano e si passa in una zona più attiva, con locali per aperitivi, cene o feste.
Al porto sul fiume si trovano Yacht ormeggiati su cui i proprietari tengono altre feste (private, ovviamente) e molto movimento. Da qui partono mini crociere sul Potomac che permettono, con una spesa di una 30ina di dollari, di fare un giro a vedere Washington dal fiume. Non l'abbiamo fatta ma mi dicono essere bella. Tra l'altro è possibile fare solo il tratto di andata e poi ritrovarsi dalle parti del Mall, ovviamente per metà prezzo.
La cena in zona l'abbiamo scartata … troppo casino. Ci siamo cercati un altro taxi e siamo tornati in albergo.

A questo punto la rinfrescata ci serviva assolutamente. Un'oretta di tempo e via di nuovo per cena, nei dintorni dello Scott Circle.
Abbiamo scovato un ristorante "Italiano" chiamato DuPont, sulla strada per DuPont Circle (fantasia eh!) ed in effetti la cena non è stata niente male.
Non è che abbiamo voluto andare in un ristorante italiano per qualche motivo particolare. Semplicemente un ristorante "americano" o è un fast food oppure una steak house. Non è che abbiano questa grande tradizione…

Dopo cena una breve passeggiata lungo la strada del ritorno in albergo per preparare le valigie ed andarsi a riposare.
Il giorno dopo avremmo coperto l'ultima tappa del tour, da DC a NY passando per Philadelphia. Poi una settimana di mare ad Antigua!