Maurizio
Massasso.it

Vacanze al mare … o sotto il mare?

Vacanze al mare … o sotto il mare?

Agosto. Ferie. Mare.
Queste tre parole per Silvia sono praticamente indivisibili. Nel senso che nel periodo di ferie che solitamente abbiamo in Agosto è impossibile non muoversi verso il mare.
Non posso dire di non essere d'accordo; per staccare un pò la cosa migliore è levarsi da casa e cercare di rilassarsi altrove, magari dopo un periodo (od un anno intero) un pò pesante.
Per il sottoscritto però, c'è un piccolo problema: dopo 10 minuti sotto l'ombrellone cerco già qualcos'altro da fare. Non ho proprio la pazienza di stare tranquillo a godermi il sole. 
Purtroppo ci sono alcuni problemi logistici che mi impediscono di portarmi dietro i miei hobby sul bagnasciuga. Le slot (i modellini, non le slot machines mangiasoldi!) sono un pò schizzinose in termini di sabbia dentro ed il computer ancora di più (anche se qualcuno lo porta in spiaggia, con risultati altamente distruttivi…).

E quindi? Bisogna trovarsi qualcos'altro da fare per riempire i tempi morti. E quale miglior modo se non andare a fare immersioni per avanzare con il brevetto sub?

Decisione presa in 3 secondi netti, quest'anno sono andato al Marina Diving del porto di Loano e, dopo aver pianificato il tutto con Fabrizio, l'istruttore, abbiamo iniziato la serie di lezioni teoriche ed immersioni che mi hanno portato dal mio brevetto Open Water ad un Advanced Open Water.
La differenza tra i due sta nelle profondità che si raggiungono durante il corso. Nell'Open non si scende oltre i 18 metri mentre nell'Advanced si va oltre, dai 18 ai 30 metri. Il limite massimo per le immersioni cosiddette ricreative è di -40m.
Il mio brevetto è rilasciato dalla PADI, un'organizzazione internazionale, forse la più grande, che addestra e certifica i subacquei. 
Esistono numerose altre strutture addestrative, su cui in rete impazzano furiose discussioni su quale sia la migliore. 
Non sto a fare commenti, discussioni od altro (anche perchè non ho l'esperienza necessaria in merito), mi limito a dire che con questa didattica mi son trovato bene perchè il corso non è nè troppo tecnica nè troppo superficiale.
Per quanto ho visto finora e per effettuare immersioni per divertimento, va benissimo. 

Il corso Advanced è strutturato in 5 lezioni teoriche e relative 5 immersioni, due con obiettivi obbligatori e tre a scelta tra circa 15 diverse.
Le due immersioni obbligatorie sono la Deep, ovvero l'immersione in cui si arriva intorno ai 30 metri ed in cui si inizia a capire quali sono le condizioni a quelle profondità, e la navigazione, dove tramite l'utilizzo della bussola si impara a navigare lungo un percorso (rettilineo e quadrato) per migliorare l'efficienza dell'immersione stessa.
Le altre tre immersioni, oltre che la continuazione del corso, sono introduzioni ad alcuni corsi di specialità che si possono poi intraprendere in futuro. Le mie scelte sono state l'immersione su relitto, la notturna e la massima esecuzione dell'assetto, ovvero un perfezionamento delle tecniche utilizzate per muoversi agevolmente in acqua.

Abbiamo iniziato con la Deep e, tanto per non cambiare anche all'isola Gallinara ed a -30 sono riuscito a farmi riconoscere.
U
no degli esercizi da effettuare nella Deep è una serie di calcoli matematici. L'obiettivo è far capire come cambia la capacità di pensare quando ci si trova in profondità e l'azoto inizia a farsi sentire. Tali calcoli vengono eseguiti a terra e poi ripetuti sul fondo.
Ora, il mio problema è che senza calcolatrice, alcuni non sarei riuscito a farli nemmeno in superficie! Figurarsi là sotto!
131 diviso 5 … ma chi lo sa? Al volo ed a mano? Roba da ridere … contavo con le dita … ma lo faccio anche all'asciutto quindi l'azoto non c'entra niente!
Comunque, dopo un pò di macchinazioni ci sono arrivato ed il tempo impiegato è stato paragonabile a quello di superficie. L'azoto quindi per ora non è un problema. Le mie capacità matematiche sì, ma è un'altra storia!

Nella Navigazione, alla Secca delle Stelle davanti al porto di Finale Ligure, le cose sono state un pò più semplici, avendo già un minimo di esperienza con la bussola, si è trattato solo di imparare ad utilizzarla nuotando. Nulla di estremamente complicato, se si esclude il mantenere la profondità e calcolare la distanza, ma solitamente questi compiti vengono demandati al compagno di immersione.
Abbiamo fatto un'andata e ritorno seguendo la rotta e poi un quadrato, sempre utilizzando la bussola. Considerando che in entrambi i casi son tornato più o meno da dove ero partito, direi che è andata bene! Ovviamente servirà fare un pò di esperienza ma la base è questa e dovrebbe esserci.

Fatte queste due, siamo passati a quelle a scelta libera. Visto che da quando ho iniziato ad immergermi volevo fare il corso relitti (Wreck Diver), ho optato per questa immersione come successiva.
Al largo di Loano ci sono numerosi relitti, alcuni interdetti come le tre navi romane (la gente si rubava le anfore e la sovrintendenza le ha chiuse!), altri su fondali non raggiungibili col mio brevetto ed un paio accessibili come il relitto della San Guglielmo.
La San Guglielmo era una nave passeggeri di lusso, varata nel 1911 a Glasgow e trasformata in nave da trasporto truppe e materiali nella prima guerra mondiale. Ne parla più approfonditamente il sito della famosa "Casetta" di Loano, ovvero la "Società Lavoratori del Mare" che mantiene la documentazione storica al riguardo ed ha una pagina dedicata proprio alla San Guglielmo ed al suo affondamento, avvenuto l'8 Gennaio 1917 ad opera di un sommergibile tedesco.
Attualmente si trova su un fondale fangoso a -28 metri ed è area di ripopolamento ittico, infatti solo il Marina Diving può effettuare immersioni in zona. Essendo la mia prima immersione su relitto è stata emozionante. E' spezzato in tre tronconi e noi abbiamo fatto la parte di prua. Si possono ancora vedere le ordinate dello scafo, scalette, una scialuppa e numerose altre parti. Purtroppo il relitto venne cannibalizzato da navi da recupero, tra cui la famosa Artiglio, e gran parte dello scafo è stato smembrato.
Per fortuna (ed eccezionalmente, a detta di Fabrizio) la visibilità era ottima quindi abbiamo potuto goderci la discesa ed il giretto su questo pezzo di storia. Dicono che molte volte il fango del fondale sia mosso e quindi la visibilità tanto bassa da non riuscire a vedere il proprio computer da polso! Per questa volta ci è andata bene!
Durante questa immersione ho potuto verificare la differenza di durata che si può ottenere utilizzando una bombola con aria arricchita (EAN, aria con percentuale di ossigeno maggiore del 21%) e l'utilità che ha in immersioni simili, in cui serve magari stare giù più tempo per esplorare il relitto.
Probabile che in futuro tenterò la specializzazione Enriched Air.

Si è poi prospettata un'opportunità che ho preso al volo: l'immersione notturna. Essendo già andato alla Secca delle Stelle, avevo una mezza idea di come fosse il posto, quindi la notturna era fattibile. Una delle regole infatti, è il non immergersi di notte in zone che non si conoscono, a causa dei pericoli che magari non sono noti.
In effetti è un tuffo strano. 

Di notte le possibilità di perdere l'orientamento sono molto maggiori. Un guasto alla torcia o una disattenzione possono farti perdere la rotta e, non vedendo nulla, diventa difficile orientarsi. La contropartita è un ambiente totalmente diverso dal diurno, con pesci che di giorno se ne stanno rintanati e di notte escono a caccia, come la murena beccata a girare per la secca fuori dal suo buco. 
Personalmente non ho avuto difficoltà particolari, a parte una clamorosa perdita di assetto quando Fabrizio ha richiamato l'attenzione su una grossa cernia nascosta tra le rocce ed un paio di altri sub mi hanno quasi investito per avvicinarsi a vederla. Il problema è che di notte non si vede altro che cosa illumina il fascio della propria torcia (o di qualche compagno nelle vicinanze). Se punti 
la luce in una direzione e nuoti in un'altra … beh … prima o poi cozzi dentro qualcosa! Me, per esempio! Poco male, con un pò di calma ho ripreso l'assetto, segnalato che era tutto a posto ed abbiamo continuato.
Essendo poi in venti sub in un punto relativamente piccolo, era molto facile, anche senza torcia, avere dei riferimenti. Infatti ne è uscita una frase "Siete in venti su una secca, avrete 40 torce tra tutti, è praticamente impossibile perdersi!". Anche la notturna quindi è stata decisamente piacevole ed emozionante, spero di riuscire a farne altre.

Ultima discesa, alla Gallinara nuovamente, per la prova chiamata massima esecuzione dell'assetto. In pratica, mi ero accorto durante le altre immersioni, un pò per inesperienza ed un pò perchè non scendevo in acqua da un annetto, che il mio assetto non era proprio efficiente al cento per cento. Alcune risalite improvvise per aver troppo gonfiato il GAV, altre volte in cui il fondo si avvicinava veloce, insomma, c'era qualcosa da limare. Allora ho scelto questa immersione per poter far qualche prova ed ulteriore esperienza.

In questa discesa sono previsti alcuni esercizi, quali il passare vicino al fondale o ad ostacoli senza però toccare nulla, l'hovering ed altre cose. Sulle prime in effetti ci sono stati piccoli problemi, poi sistemati e tutto ha funzionato. Ora ho la certezza che si tratta solo di esperienza. E di avere un'attrezzatura personale e non a noleggio, cosa che influisce moltissimo su come si sta sott'acqua.

A questo punto ho finito il corso e posso dire di essere brevettato Advanced Open Water, ovvero abilitato ad immersioni tra i 18 ed i 30 metri con aria.
Chiaramente, nella mia idea di subacquea, il corso "abilita" poi l'esperienza "insegna"! Il semplice fatto di aver ottenuto l'abilitazione, in questo caso, non vuol automaticamente dire che sei capace di far tutto. E' ovvio che qualcosa da imparare ci sarà sempre e l'esperienza è forse la cosa più importante in questo sport, al pari dell'usare la testa quando si stà là sotto.
Unico rammarico, non avere foto. Al momento non dispongo di fotocamera subacquea quindi non posso condividere quello che vedo. Ma prima o poi rimedierò!

A presto!
Maurizio

P.S.: non l'ho fatto prima, ma sono ancora in tempo. Grazie Fabrizio, Corrado, Gabriele, Ilaria e tutti i ragazzi del Marina Diving di Loano. Spero di tornare presto a trovarvi! E grazie a Silvia che, come al solito, mi asseconda nelle mie pazzie!

P.P.S.: la prossima settimana riprendo con il diario di viaggio … ho perso tempo causa connessioni ballerine e computer rotti, ma sto cercando di riportarmi in pari!

Appunti di viaggio…parte 5

Appunti di viaggio…parte 5

The Nation's Capital!

6.45.
La sveglia suona ed Io immediatamente penso "ma cosa cambia da quando vado in ufficio?".
Giusto il tempo di capire che non sono a casa e mi ricordo benissimo cosa cambia. Oggi si torna negli States, e non in un posto qualsiasi. Nella capitale, Washington D.C., o solo DC per gli amici.
Sbrigate le pratiche della frontiera tatticamente sveltite da James con l'arrivo sul cambio turno, un'ultima occhiata alle cascate dal ponte ed eccoci in USA ed in strada.
Pochi km e nuova fermata al solito autogrill con colazione a base di Hot Dog. Stavolta però sappiamo già come comportarci quindi niente cazziatone, tranne che dalle mogli per le "schifezze che continuate a mangiare".
Immancabile e quasi scontata la foto con i camion nel parcheggio…son davvero grandi questi affari! 
Altre ore di strada nell'outback americano, devo dire molto verde ed con ampie zone senza urbanizzazione. Non potrebbe essere molto diverso visto che hanno moltissimo spazio a disposizione e vivono per la maggior parte in grandi agglomerati urbani.
Non saprei dire se sia meglio vivere in una grande metropoli come, ad esempio, NY oppure in una cittadina di provincia, meno urbanizzata ma sicuramente più vivibile.

Lungo la strada, arrivati in Pennsilvanya, "l'immancabile" sosta presso gli Amish. Si tratta di una comunitá di origine svizzero-tedesca che dal settecento si è insediata nella zona. Rifiutano tutte le modernitá, a partire dalla corrente elettrica fino alle automobili a motore. Si trova quindi gente in giro col calesse ed il cavallo (e le strade hanno una corsia apposita per loro) e negozi che vendono prodotti locali, dalle verdure "autocoltivate" ai souvenir.
Ora, a parte che mi dicono queste persone "rifiutino le modernitá", ovvero non utilizzino corrente elettrica od auto a motore a scoppio ma se si tratta di andare in un super ospedale all'avanguardia per farsi salvare la pelle quando stanno male non rifiutano, ho poi un dubbio riguardo le verdure. Io conosco i pomodori autocoltivati, avendo per fortuna una nonna 85enne che riesce a mantenere un orto capace di sfamare un esercito.
Da questo orto però non escono pomodori tutti esattamente grandi uguali e dello stesso colore. Ci sono minime differenze, dimensioni, colore, forma. Come tra individui diversi ci sono differenze, capita anche negli ortaggi coltivati e raccolti "a mano" e non selezionati da una macchina. Ecco, qui mi sono trovato di fronte a cassette di pomodori perfettamente uguali tra loro.
Così come le fragole e le ciliegie. Qualcosa non quadra. E delle magliette stampate palesemente a trasferimento termico non voglio parlare.
Unica cosa credibile, le patate. In effetti quelle sembravano "autentiche".
Ma su pomodori, zucchine ed alcune altre verdure, beh…qualche dubbio rimane.
Magari, come tante volte, sto prendendo un abbaglio e se è cosi vi prego di correggermi, però secondo me qualcosa non è raccontato proprio esattamente così com'è nella realtà.
O magari dipende dalla mia naturale avversione verso gli svizzeri? Boh…

Altre due ore di trasferimento ed eccoci.
DC. The Nation's Capital. La Capitale.
Ci entriamo passando per la George Washington Parkway, la strada che costeggia Georgetown ed entriamo in città dalle parti del Watergate. Subito salta all'occhio la differenza con le super metropoli viste finora. Washington è più … bassa!
Non ci sono palazzoni da 1000 piani come a NY o Toronto ma solo edifici più bassi, dieci o quindici piani al massimo.
Questo perchè, ci spiega James, esiste una specie di legge, non so se scritta o meno, che prevede ogni palazzo di DC non possa essere più alto del Campidoglio. Per questo la cittá risulta nel complesso più bassa e sviluppata in orizzontale.
La prima tappa, manco a dirlo, è il nostro hotel. Si trova in Scott Circle, a pochi passi dalla Casa Bianca. A Washington ogni rotonda ha il nome di un qualche generale. Per un paio di notti saremo vicini di casa di Obama essendo la Casa Bianca ad un paio di centinaia di metri giù per la strada.

Rinfrescata e un pò di riposo e poi pronti a ripartire per il tour in notturna di DC ed i suoi monumenti.
In Washington è praticamente impossibile andare in giro senza "sbattere" contro un monumento oppure un palazzo famoso.
Quasi tutti sono illuminati in maniera strategica, per esaltarne i particolari, di notte e tutta la città ha un'illuminazione pubblica volutamente più bassa per valorizzare ancora di più i monumenti e le loro di illuminazioni, più forti e visibili.
Il prato sud della Casa Bianca, con tanto di cecchini sul tetto ed auto dell'USSS, il servizio segreto che ci seguiva, il World War II memorial con indicati i campi di battaglia, il Campidoglio, il Momumento a Washington ancora con le impalcature per ripristinarlo dopo il terremoto di due anni fa ed il monumento a Martin Luther King Jr

Beh, monostante la stanchezza incredibile, ce li siamo ancora goduti tutti, così come l'intero giro per la città, ma alle 11.30pm eravamo completamente cotti e pronti a rientrare in albergo per dormire.

Il giorno dopo avremmo avuto la visita dei monumenti di giorno ed il pomeriggio libero. Già avevo puntato lo Smithsonian Air and Space museum, dopo essermi giocato l'Intrepid da stupido a NY questo non volevo perdermelo.

Appunti di viaggio…parte 4

Appunti di viaggio…parte 4

Il Canada

Altra levataccia ed alle 8.15, pronti alla partenza per la visita di Toronto.
Parlando con James, ci viene consigliato di non far colazione in albergo dato che non essendo compresa ci avrebbero sicuramente spiumato. Invece abbiamo fatto sosta in un locale della catena Tim Horton's a pochi km da Niagara dove avevano addirittura un caffè che poteva (quasi) essere definito tale.

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